Il diritto all’istruzione è riconosciuto come un diritto umano fondamentale, sancito dall’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, proclamata il 10 dicembre del 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Tuttavia, nonostante i progressi degli ultimi decenni e l’accesso quasi universale alla scuola primaria, milioni di bambini e ragazzi nel mondo continuano a vedersi negato questo diritto.
La mancanza di istruzione ha conseguenze profonde, contribuendo a perpetuare cicli di povertà, discriminazione e instabilità sociale. L’educazione, infatti, non è solo un mezzo per apprendere competenze, ma un potente strumento di empowerment in grado di promuovere uguaglianza, democrazia e sviluppo economico.
Il presente articolo si propone di analizzare il fenomeno in profondità, esplorando i dati globali, i paesi maggiormente colpiti, le cause e le conseguenze del diritto all’istruzione negato.
Verranno inoltre esaminate le azioni di Andrea Bocelli Foundation volte a tutelare e a promuovere il diritto all’istruzione nelle regioni più vulnerabili in Italia e nel mondo.
Istruzione dei bambini nel mondo: alcuni dati
Quella del diritto all’istruzione nel mondo è una delle sfide globali più urgenti. Basti pensare che, in tutto il mondo, ci sono circa 750 milioni di adulti che non sanno né leggere né scrivere, di cui i due terzi donne.
Ma l’analfabetismo rappresenta un problema che colpisce anche le nuove generazioni. Si stima infatti che, a livello globale, circa 617 milioni di bambini e adolescenti non siano in grado di leggere, scrivere o eseguire operazioni matematiche di base. Questo nonostante i due terzi di loro frequenti regolarmente la scuola.
Ancora più preoccupante è il fatto che milioni di bambini e giovani siano ancora esclusi dal sistema scolastico, con gravi conseguenze per lo sviluppo individuale e collettivo.
A confermarlo sono i dati contenuti in “The price of inaction: The global private, fiscal and social costs of children and youth not learning”, il primo rapporto globale UNESCO che illustra i costi monetari che gravano sulle economie di tutto il mondo quando i bambini e i giovani vengono lasciati indietro nel percorso scolastico.
Secondo l’UNESCO, 250 milioni di ragazze e ragazzi sono esclusi dal mondo della scuola, mentre solo 99 stati nel mondo garantiscono legalmente almeno 12 anni di educazione gratuita.
Secondo lo stesso rapporto, il 70% dei bambini di 10 anni di età, che vivono nei Paesi a basso e medio reddito, a oggi non è in condizione di comprendere un qualsiasi semplice testo scritto.
Sempre secondo l’UNESCO, sono 44 milioni gli insegnanti necessari globalmente per raggiungere gli obiettivi universali relativi all’istruzione primaria e secondaria.
I paesi dove il problema è maggiormente presente
Il mancato rispetto del diritto all’istruzione nel mondo non riguarda dunque solo l’accesso alla scuola, ma anche la qualità dell’apprendimento. In molte aree del mondo, infatti, milioni di bambini frequentano la scuola senza riuscire a sviluppare competenze di base come la lettura, la scrittura e il calcolo.
Una crisi educativa che è particolarmente evidente in alcune regioni dove il deficit di competenze è allarmante.
Nell’Africa subsahariana, il 94% dei bambini non raggiunge livelli minimi di apprendimento, mentre nell’Asia meridionale e occidentale il problema riguarda l’88% degli studenti. Anche gli Stati arabi, con un 74% di deficit, e l’America Latina e i Caraibi con il 64%, sono tra le regioni più colpite.
La disparità di genere aggrava ulteriormente la situazione. Spesso, infatti, le ragazze hanno maggiori difficoltà ad accedere all’istruzione e sono più esposte al rischio di non frequentare la scuola primaria.
D’altra parte, i ragazzi, una volta iscritti, hanno maggiori probabilità di ripetere gli anni, non progredire negli studi e non riuscire ad apprendere le competenze necessarie pur frequentando la scuola.
Diritto all’istruzione negato: cause e conseguenze
Le cause che negano il diritto all’istruzione nel mondo sono profondamente radicate e difficili da estirpare, poiché derivano da una combinazione complessa di fattori economici, sociali e culturali.
In molte aree, le scuole sono inesistenti, troppo costose o troppo lontane, rendendo l’accesso all’istruzione un lusso per molti bambini.
Le famiglie non riescono a sostenere i costi dell’istruzione, come libri, uniformi e trasporti, mantenendo i propri figli fuori dal sistema scolastico. Questo nonostante molti governi abbiano abolito le tasse scolastiche.
A questo si aggiunge la mancanza di insegnanti qualificati, una carenza che impedisce ai bambini di apprendere anche quando frequentano la scuola.
A mancare sono anche i luoghi adibiti a scuole. In contesti come quello dell’Africa sub-sahariana, gli studenti sono spesso costretti a seguire le lezioni in aule sovraffollate oppure all’aperto, senza alcun riparo dalle intemperie.
I conflitti armati e le guerre rappresentano un altro grande ostacolo: oltre 61 milioni di bambini nel mondo non frequentano la scuola perché gli edifici scolastici sono stati distrutti.
Infine, molto spesso, appartenere al “genere sbagliato” diventa una vera e propria condanna quando si parla di accesso all’istruzione. Le giovani donne nei paesi in via di sviluppo sono infatti le più colpite, vittime di discriminazioni, aspettative sociali e violenze che le escludono dal percorso scolastico.
Il diritto all’istruzione negato alimenta un ciclo generazionale di povertà. Impedisce infatti ai bambini e alle loro famiglie di riscattarsi e di intraprendere un percorso diverso da quello dei propri genitori, privandoli di opportunità di crescita e sviluppo.
Come viene tutelato il diritto all’istruzione
Oltre che dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU del 1948, il diritto all’istruzione nel mondo è tutelato da diverse normative e accordi internazionali.
Il Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali del 1966 dedica due articoli a questo tema.
L’articolo 13 riconosce il diritto di ogni individuo all’istruzione, evidenziando l’importanza dello sviluppo completo della persona e la partecipazione attiva alla vita di una società libera. L’articolo 14, invece, sottolinea l’importanza di garantire una scuola primaria obbligatoria e gratuita in ogni Paese.
La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia del 1990, all’articolo 28, sancisce il diritto del bambino all’educazione, richiamando gli Stati a vigilare affinché la disciplina scolastica sia applicata in modo compatibile con la dignità del bambino.
Il diritto all’istruzione nel mondo è parte integrante anche dell’Agenda 2030, con la quale gli Stati membri delle Nazioni Unite si sono impegnati al raggiungimento di obiettivi concreti di sviluppo sostenibile.
In particolare, l’Obiettivo 4 sottoscritto nel 2015, impegna ad “Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento per tutti”.
Le iniziative di Andrea Bocelli Foundation
Andrea Bocelli Foundation nel perseguire la sua mission “Empowering people and communities“, ha scelto l’istruzione come chiave per creare concrete opportunità di crescita e riscatto.
Una scelta che parte dalla profonda convinzione che prendersi cura dell’individuo significhi prendersi cura della sua educazione. Con approcci innovativi che integrano arte, musica e strumenti digitali nei percorsi di apprendimento, ABF lavora per superare le barriere che ostacolano l’espressione del pieno potenziale.
Dal 2011, la fondazione realizza progetti educativi a favore del diritto all’istruzione nel mondo, in linea con l’Obiettivo 4 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Attualmente, ABF è presente in 12 scuole in Italia e Haiti, garantendo a oltre 3.600 studenti un’istruzione equa e di qualità. In contesti come Haiti, la scuola non è solo un luogo di apprendimento, ma un rifugio sicuro dai pericoli della delinquenza e l’unica possibilità di empowerment per le future generazioni.
Tutte le scuole che fanno parte dei progetti educativi ABF in Haiti sono riconosciute ed equiparate a quelle statali. Sono inoltre gestite da insegnanti e personale qualificato e autorizzato mentre i programmi scolastici sono adattati alle specifiche esigenze locali, contribuendo così alla crescita individuale e sociale delle comunità.